Beppe Cunico vuole cantare l’ambiente dal punto di vista del rimorso e della nostalgia. Egoismo e avidità stanno depredando il nostro pianeta della vita, con la consapevolezza di aver causato un danno a sé stesso e ai suoi simili, senza rendersi conto che è la natura che regola e comanda e non l’uomo. Cercando alla fine un riscatto, drammaticità e speranza si fondono per dare un messaggio chiaro.
Fin da piccolo Beppe Cunico ha sempre avuto nelle orecchie il Prog Rock. The Yes Album, Nursery Crime, Atom Heart Mother e In the Court of the Crimson King, per citarne alcuni, sono stati gli album della sua infanzia. A 13 anni, guardando Jazz Band di Pupi Avati si è innamorato della batteria e di Phil Collins. Poi le prime band, fino ad arrivare a D’as Hirth: dopo vari demotape arriva un EP con quattro brani: Kalashnikov, un lavoro che tutt’oggi rimane una piccola chicca per i cultori del genere. Kalashnikov riscuote un discreto successo, al punto di arrivare al quarto posto nella classifica di Stereonotte, storico programma di Radio Rai. Proprio al culmine, prossimi a calcare i palchi dei più iconici locali italiani, i D’as Hirth sono costretti a sciogliersi a causa dell’abbandono da parte di Walter, il frontman.
Poi arriva una lunga parentesi come sound engineer e producer, con la creazione di X-Land Studio. Beppe Cunico ha iniziato registrando e mixando molte band locali, con entusiasmo e passione, per poi lavorare anche a progetti internazionali, tra i quali Nek, Irene Grandi, Mulfunk, KingBathMat e Supersonica, per citarne alcuni. E poi come produttore di Luca Bassanese, Emme e Vanila. Dal 2008 è costretto ad abbandonare il lavoro in studio per seguire al meglio la pasticceria di famiglia e accudire il padre malato.
Dopo anni di distanza forzata dalla musica creata, il 26 aprile 2016 al teatro Rossetti di Trieste cambia tutto: un concerto di Steven Wilson lo porta in un’altra dimensione, un’esperienza che ha riacceso in lui una passione sopita da tempo: ha deciso che doveva tradurre in musica le emozioni provate durante quel live, diventando un cantautore.
Passion, Love, Heart & Soul sono le componenti fondamentali del suo primo disco. È stata una continua evoluzione: mentre imparava a mettere le mani sulla chitarra, programmava le ritmiche, sfruttando il suo istinto di batterista. Le canzoni sono cresciute di pari passo con le sue abilità.
L’influenza anni settanta di band come Pink Floyd e Genesis, con l’aggiunta di U2, Cure e Police, ma soprattutto quella più forte e recente di Steven Wilson, è molto evidente nel disco di Beppe Cunico. Ma questo album vuole essere anche un tributo ai suoi eroi, a quelle fonti d’ispirazione che hanno accompagnato la sua vita.
Le tematiche affrontate nel disco sono personali, ispirate da episodi di vita vissuta: l’anoressia di sua figlia; il rapporto con le case discografiche; il decadimento della cultura e dell’arte; la corruzione e la menzogna della classe politica; l’avidità, l’egoismo e le disuguaglianze nella nostra società; ma soprattutto la bellezza, l’amore, l’amicizia e la passione che ti aiutano a superare tutte le difficoltà che la vita ti presenta.
Poi arrivano i concerti, dove Beppe Cunico si trova a fare il frontman per la prima volta nella sua vita. I live riscuotono un grosso successo e gli danno la giusta carica per il nuovo disco: From Now On.
Un disco “incazzato”, dove porta in musica l’eterna lotta tra il bene “Mian” e il male “Egon”. Un disco fatto di energia positiva che riporta la musica suonata in primo piano, in totale libertà da vincoli di moda o tendenza. Rock puro e genuino.
© 2023 Beppe Cunico